BLQ Checkpoint Bologna
Gestito da PLUS APS, il primo checkpoint regionale gratuito e anonimo per test HIV
In via San Carlo 42/C a Bologna, sotto i portici del centro, trovate BLQ Checkpoint. Dietro al nome dalla eco quasi turistica, uno spazio calmo e accogliente, sede dell’associazione PLUS, dove sono somministrati ogni martedì e giovedì test rapidi gratuiti e anonimi per HIV, epatite C e sifilide. La musica di sottofondo riempie la sala di attesa che sala di attesa non sembra per niente, tra divani e riviste ha il sapore domestico di un salotto ben curato. Salvatore Maugeri, volontario dell’associazione PLUS dal 2013, ci racconta il progetto.
Qual è lo scopo dell’associazione, da quali necessità nasce?
“Plus si è costituita per cercare di riappropriarsi del tema HIV all’interno della comunità LGBT. Plus è nata come network di persone LGBT sieropositive ed è stato il primo in Italia: non c’è un’altra associazione di persone sieropositive che si occupa di HIV. Si è preso in mano il tema e lo si affronta da un lato per rispondere ai bisogno delle persone HIV positive, sia in termini di cura che di difficoltà quotidiane, nonché per un bisogno che potremmo definire di visibilità. Dall’altro lato si risponde anche a una evidente bisogno della comunità: è vero che l’hiv colpisce tutti, ma all’interno della comunità il virus è più presente; ogni anno le nuove diagnosi riguardano sia uomini che donne ma la fetta più significativa riguarda gli uomini, che ormai abbiamo imparato a chiamare MSM, ovvero maschi che fanno sesso con maschi, a prescindere dall’orientamento sessuale, per sottolineare anche che è la pratica anale quella più rischiosa.
Quindi ogni anno le nuove diagnosi ci fanno capire come riguarda più noi, la comunità lgbt
Non riguarda tutti tout court e quindi è un impegno che ci siamo presi per dire che l’hiv è anche una questione nostra, è una questione della comunità; e ce ne dobbiamo occupare noi in primis perché se se ne occupano altri c’è margine per lo stereotipo e l’imprecisione.
Il nostro poi è sempre stato un approccio scientifico, non c’è nulla che tu leggeresti per sentito dire: abbiamo una bibliografia scientifica autorevole e tutto si basa su quello”.
L’associazione
Da questa intuizione nasce il lavoro di PLUS: nella sua sede di Bologna, unica in regione, l’associazione opera in collaborazione con l’azienda sanitaria regionale somministrando test gratuiti e anonimi per rilevare il virus HIV e altre malattie sessualmente trasmissibili come epatite C e sifilide. L’attenzione di PLUS è tutta sul fare sentire a proprio agio chi arriva per fare un test: dall’ambiente informale alla routine dei test, tutto è pensato per rendere accogliente e umano un momento di per sé di agitazione. “Il messaggio che vogliamo dare dall’accoglienza fino al test è uno: non sei lasciato da solo.” sottolinea Salvatore, “C’è una persona in accoglienza che ti spiega il servizio, un volontario che cerca di intercettare lo stato d’animo di chi ha davanti e comportarsi di conseguenza. E’ fondamentale per noi saper accogliere una persona. Rispetto all’ospedale, noi abbiamo una tempistica differente e un’umanità, differente.
È vero che il nostro test è rapido - si fa in in venti minuti - però è anche vero che in quei venti minuti, che poi diventano trenta tra test, attesa ed esecuzione, non aspetti fuori da solo ma si sta insieme all’interno della sala e noi in quei venti minuti cerchiamo di instaurare un dialogo, il più empatico possibile; è un momento nel quale possiamo parlare di sesso, di dubbi, possiamo approfondire quale pratica sessuale è più rischiosa rispetto a un’altra. A volte riscontriamo dubbi anche banali che la gente ha, perché nessuno si è mai preso la briga di spiegare come stanno le cose. Stiamo notando che in questi anni è un approccio che funziona e che restituisce alla persona una consapevolezza in più. E lo dico perché ce lo dicono in maniera diretta non perché ce lo inventiamo!”. Il test HIV è di per sé abbastanza semplice: un infermiere preleva una goccia di sangue con un pungidito per metterlo nei contenitori riempiti con dei reagenti. Nel giro di venti minuti, il test dà esito negativo o reattivo. Reattivo? Specifica Maugeri: “Se reattivo non diciamo positivo, proprio perché è possibile che ci sia un falso reattivo quindi, cosa prevediamo?
Abbiamo un protocollo: se la persona risulta reattiva, rieseguiamo il test. Se anche il secondo test risulta reattivo blocchiamo l’attività del checkpoint e ci attiviamo con l’ospedale Sant’Orsola, reparto malattie infettive, per segnalare che abbiamo una persona con un test reattivo; spesso accompagniamo noi stessi le persone in ospedale. Questo si chiama link to care, che poi è un aggancio, una presa in carico con il sistema sanitario che si occupa di fare test più approfonditi e nel giro di qualche giorno riesce ad attivare un piano terapeutico. BLQ Checkpoint è come se fosse già un link to care, nel senso che attraverso il test noi cerchiamo un gancio per parlare di HIV con un approccio non giudicante e soprattutto con solide basi scientifiche.
Uno spazio per dire: fai quello che vuoi ma l’importante è che tu sappia cosa stai rischiando con le pratiche sessuali che ti piacciono.”
Le attività
Nel tempo l’associazione PLUS ha sviluppato diverse attività che ruotano tutte intorno all’informazione sulle pratiche sessuali più diffuse, con un bagaglio di sapere scientifico che è di aiuto nel decostruire alcune delle convinzioni più radicate. A monte, l’idea che non ci sia nulla di giusto o sbagliato nel modo in cui si sceglie di fare sesso, a patto che sia - appunto - una scelta informata e consapevole.
Salvatore racconta che spesso le persone che arrivano al Checkpoint hanno timori comuni e trasversali, e che in fondo quello che si registra è spesso una disinformazione diffusa sul sesso
“C’è un’ansia smisurata nei confronti del sesso, come se fosse l’unica azione che abbia effetti collaterali. In realtà l’effetto collaterale c’è in ogni cosa: per esempio quando guidi uno scooter, quando vai ai 120 km/h in autostrada con la pioggia, quando fai body building, qualsiasi cosa ha un effetto collaterale. Mi capita di sentire i racconti di persone che hanno scarse possibilità di essere entrate a contatto con il virus che arrivano per fare un test, in agitazione. E io mi chiedo: e quindi? Conosciamo tutti le modalità di trasmissione del virus, a volte c’è un’ansia smisurata. E dall’altra parte però si è convinti che l’uso del preservativo impedisca il rischio di altre infezioni a trasmissione sessuale: epatite a, epatite c, clamidia, gonorrea, sifilide. Per esempio se prima di indossare il preservativo pratico sesso orale, poi mi lecco le dita, poi ti bacio e così via, poi indosso il preservativo e sono al sicuro e non rischio nulla: non è così!
Le altre infezioni sono a trasmissione batterica, e i batteri si trovano sulle superfici delle zone intime. Anche con del sesso orale puoi prenderti la gonorrea, il punto è che devi essere consapevole di questo. Sembra quasi che siamo consapevoli di fare sorpassi azzardati in autostrada però non siamo consapevoli - o forse non vogliamo esserlo - di come si rischiano le infezioni.”
Lo sportello
Il punto su cui insiste PLUS è soprattutto la sessualità consapevole, informata e libera di giudizi e pre-giudizi, da parte delle persone in primis, in modo da accettare che ogni pratica sessuale implica delle attenzioni e per dotarsi degli strumenti di prevenzione più adatti a godersi il sesso in modo sicuro.
PLUS APS a questo proposito ha attivato anche uno sportello Prep.
Cos’è la Prep?
Prep sta per Profilassi Pre Esposizione ed è un farmaco che serve a non contrarre l’HIV in caso di esposizione a rischio. E’ un protocollo attivo da circa dieci anni che ha dato ottimi risultati nel contenimento delle nuove diagnosi e, soprattutto, dato che impone un controllo trimestrale delle malattie sessualmente trasmissibili, uno strumento in più per limitare la diffusione di infezioni. Il lunedì e il mercoledì, dalle 18 alle 21, BLQ Checkpoint diventa uno sportello PreP: l’associazione segue circa un centinaio di persone in collaborazione con l’ospedale Sant’Orsola.
A proposito di nuove diagnosi però, Maugeri chiude con una riflessione su HIV e giovani “Le nuove diagnosi ci dicono che il target giovanile è quello più colpito: la consapevolezza rispetto al contagio la costruisco attraverso i dati che leggiamo. Noi nel nostro piccolo cerchiamo di lavorare con le istituzioni affinché anche questo tema possa emergere perché è un problema, non poter accedere ai test se sei minorenne è un problema. Per quanto i giovani possano informarsi sui social, non basta. A scuola non c’è nessun tipo di educazione sessuale e anche ci fosse, che approccio avrebbe? Serve che qualcuno dica che qualsiasi pratica tu faccia, falla, però sappi che ci sono questi rischi - e qualora ti capiti questo rischio, che cosa facciamo? Si può agire di conseguenza ma sarebbe ideale facilitare l’accesso al test alle persone minorenni. Lo sappiamo tutti che le persone minorenni fanno sesso, ma quando hanno la possibilità di fare un test? A meno che non siano accompagnati da un genitore, però, non possono - ed è difficile che un adolescente parli di sesso e HIV con i genitori. Ancora più difficile che un genitore accompagni il figlio o la figlia a fare un test, in ospedale, la mattina, sapendo poi che l’attesa è di una settimana per il risultato. E cosa ne sa poi un adolescente, o un genitore, in più sull’HIV dopo un’esperienza simile? Cosa impara in quella mattina? Niente".
"Il nostro centro nasce anche per questo: in quei venti minuti di colloquio che facciamo durante l’attesa del risultato del test, vogliamo darti quelle informazioni basic che ti fanno rendere conto di quello che hai fatto, di quello che vorresti fare, di come lo vorresti fare, che è fondamentale nell’approccio a qualsiasi pratica sessuale.”
Campagna di sensibilizzazione #godidapaura:
Prima del 1 dicembre, PLUS APS e PLUS Roma, in collaborazione con Conigli Bianchi, hanno lanciato una campagna social su Facebook e Instagram che vi invitiamo a seguire: #godidapaura.
Quanto paura fa l’HIV? Che scenari associ alla diagnosi di positività al virus? Quali pregiudizi nutri verso chi sceglie la PrEP per proteggersi? Questa campagna, illustrata da Gianluca Sturmann, vuole lavorare sulle paure diffuse che impediscono di accedere a un piacere sessuale consapevole e sicuro.
Informazioni e contatti
PLUS effettua i test rapidi per HIV in forma gratuita e anonima il martedì e il giovedì dalle 18 alle 21 nella sua sede di via San Carlo 42/C a Bologna. Si accede al servizio su prenotazione scrivendo una mail all’indirizzo prenotazione@blqcheckpoint.it o telefonicamente 051 4211857